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Storia e Dintorni

Il territorio forlivese

Il comprensorio forlivese è uno dei luoghi ideali per scoprire come il razionalismo, in architettura, sia stato utilizzato dal fascismo per dare un nuovo assetto alle città.
L’opera di mitizzazione del Duce, in questa zona, si sviluppò in circa 15 anni, coinvolgendo, oltre ovviamente a Predappio, anche luoghi come Rocca delle Caminate, residenza romagnola di Mussolini, e il Cimitero di San Cassiano in Pennino, divenuto già all’epoca della marcia su Roma, meta di pellegrini desiderosi di rendere omaggio a Rosa Maltoni, la madre di Mussolini lì sepolta.

Il programma fascista fu incentrato anche sulla crescita del turismo nei luoghi d’origine di Mussolini: significativi interventi furono realizzati anche nella cittadina di villeggiatura di Castrocaro Terme. La stazione termale visse una nuova stagione di fasti – divenendo la principale fonte economica del paese – con la realizzazione, a partire dal 1936, del Padiglione delle Feste, dello Stabilimento Termale e del Grand Hotel.

Le Terme di Castrocaro sono ancora oggi una delle più famose e frequentate stazioni termali d’Italia, offrendo proposte terapeutiche ed estetiche davvero all’avanguardia, come trattamenti di fanghi, cure inalatorie, idromassaggi, percorsi vascolari e di riabilitazione, medicina antiaging e naturale.

Architetti di fama internazionale e progettisti provenienti da Roma furono inviati dal Duce soprattutto sulla più grande Forlì, dove, negli Anni Trenta, si procedette all’edificazione di numerosi edifici pubblici e celebrativi, con la riqualificazione di interi quartieri, sempre impiegando il linguaggio architettonico del razionalismo di impronta piacentiniana. Gli esempi più noti sono: Piazzale della Vittoria (con il famoso “Icaro”), Piazza Saffi, Palazzo delle Poste e Palazzo di Giustizia, oltre all’Istituto Aeronautico, la Casa del Balilla, l’Istituto Tecnico Industriale e le case INCI.

Il Ventennio

Il Ventennio fascista, chiamato anche semplicemente “il Ventennio”, ha interessato quel periodo storico italiano che va dalla salita al potere di Benito Mussolini (30 ottobre 1922), sino al suo arresto, avvenuto il 25 luglio 1943, con la direzione del potere da parte del generale Pietro Badoglio.

Per estensione, solitamente tale definizione si riferisce a tutto il periodo storico che, dalla fine della Grande Guerra, arriva al termine della Seconda Guerra Mondiale o, più diffusamente, il ventennio dal 1925 al 1945.

Il territorio di Predappio, che diede i natali a Benito Mussolini e, nel complesso, la Provincia di Forlì-Cesena durante il Ventennio fascista fu oggetto di interventi architettonici e urbanistici di rilievo che, valorizzandone le potenzialità economiche e turistiche, puntavano a renderla un luogo d’avanguardia, un esempio e una guida per le altre province italiane.

Tale opera è tuttora visibile grazie a numerose testimonianze e monumenti realizzati proprio durante il Ventennio fascista per voler di Mussolini, tanto che il termine “razionalista”, che ha contraddistinto l’omonima corrente di pensiero, anche architettonico (che seguiva il principio del funzionalismo), ha ispirato e ancora oggi fa scuola a designer e studiosi.

Predappio Nuova è un esempio di “città di Fondazione”, nome che fu dato appunto a città progettate e costruite durante il ventennio fascista, essendo infatti stata completamente progettata ex-novo tra gli Anni Venti e gli Anni Trenta. La riqualificazione di Predappio aveva il preciso scopo di valorizzare le origini “popolari” del Capo dello Stato fascista; questa cittadina doveva diventare, infatti, nelle intenzioni dei progettisti, terra di culto per tutti gli Italiani.

Predappio

Il paese è situato nella valle del fiume Rabbi, cuore dell’Appennino romagnolo, in una zona collinare circondata da pregiati vigneti, a circa 30 km dal Parco delle Foreste Casentinesi.

Di origini probabilmente romane, anticamente era un piccolo paese posto sulle colline, cresciuto attorno al castello medioevale.
La sua storia recente è fortemente segnata dalla figura di Benito Mussolini che si adoperò tra gli anni ‘20 e ’40 del Novecento per dare lustro al borgo natale, chiamando all’opera i maggiori architetti dell’epoca.
Oggi Predappio si presenta come un vero e proprio Museo Urbano che conserva un’originale testimonianza degli stili urbanistici e architettonici del Ventennio.

Tra gli edifici più rappresentativi si segnalano la Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità, costruita tra il ’34 e il ’37 su progetto dell’Architetto Arnaldo Fuzzi, edificio di formidabile effetto nelle sue dimensione e nel contrasto dei colori rosso e bianco, e Palazzo Varano, per circa venti anni dimora dei Mussolini, attuale sede comunale.

Di antiche origini, situato in posizione sopraelevata e dominante rispetto al paese, il Palazzo fu ricostruito tra il ’26 e il ’27 su progetto del Genio Civile di Forlì ed in seguito ampiamente trasformato dall’Architetto Florestano Di Fausto, che ne modificò l’aspetto di rude fortilizio in quello più consono di villa comunale. Interessante è l’imponente scalinata di accesso e la torre dell’orologio, elemento di principale caratterizzazione dell’edificio.

Degno di nota è poi il Cimitero Monumentale risistemato nel 1939, su progetto dell’Architetto Di Fausto. Ispirato allo stile romanico, ingloba in un angolo la Chiesa di San Cassiano in Pennino, risalente all’XI sec. mentre ospita, sugli altri due angoli opposti del portico, l’ingresso e la cappella con la tomba della famiglia Mussolini.

Il Ventennio

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